Alberto Del Fabbro - Alibi

Plaquette 12 × 16,5 in cofanetto di dieci copie – pagine: 42 – pubblicazione novembre 2024

Alberto Del Fabbro - Alibi
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La vita è piena di alibi che, a loro modo, sono una forma di rifiuto dell’esistente o, a volte, il pretesto per compiere azioni riprovevoli. L’alibi di uno Stato che muove una guerra dopo un attacco terroristico può far parte del secondo caso. Ma c’è una forma di alibi che conosciamo tutti, la prima, quella che ci porta all’inazione. Ogni scrittore, o aspirante tale, ad esempio prova questa sensazione, e il primo atto, la prima lettera scritta su un foglio o digitata su un computer, rappresenta, che lo si voglia o meno, la fuoriuscita dallo “stato di alibi” e l’ingresso nel mondo a cui seguiranno altri alibi se quel mondo non ti pubblica, non ti rende visibile, esistente, tangibile. L’alibi non riguarda certo solo la scrittura. Fa parte di un atteggiamento autocommiserativo che è radicato nella condizione umana. Perché provarci se il mondo è quello che è? Quanto le paure che condizionano le nostre vite? Chi ha ragione in fondo? Chi si muove o chi accetta, come Oblomov, la disperata rassegnazione verso lo stato delle cose?

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Plaquette 12 × 16,5 in cofanetto di dieci copie – pagine: 42 – pubblicazione novembre 2024

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La vita è piena di alibi che, a loro modo, sono una forma di rifiuto dell’esistente o, a volte, il pretesto per compiere azioni riprovevoli. L’alibi di uno Stato che muove una guerra dopo un attacco terroristico può far parte del secondo caso. Ma c’è una forma di alibi che conosciamo tutti, la prima, quella che ci porta all’inazione. Ogni scrittore, o aspirante tale, ad esempio prova questa sensazione, e il primo atto, la prima lettera scritta su un foglio o digitata su un computer, rappresenta, che lo si voglia o meno, la fuoriuscita dallo “stato di alibi” e l’ingresso nel mondo a cui seguiranno altri alibi se quel mondo non ti pubblica, non ti rende visibile, esistente, tangibile. L’alibi non riguarda certo solo la scrittura. Fa parte di un atteggiamento autocommiserativo che è radicato nella condizione umana. Perché provarci se il mondo è quello che è? Quanto le paure che condizionano le nostre vite? Chi ha ragione in fondo? Chi si muove o chi accetta, come Oblomov, la disperata rassegnazione verso lo stato delle cose?

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