Le fiabe sono luoghi di immaginazione che mostrano al proprio interno caleidoscopi di vite differenti, con finali educativi. Sono narrazioni talvolta drammatiche o fantastiche, che mutano a seconda dei tempi: ricordiamo, ad esempio, le favole di Andersen, dei fratelli Grimm e Perrault.

Anche le fiabe di Mario Gori sono fiabe da focolare, apotropaiche e immaginifiche.

Si ritrovano tracce di antiche leggende, di albe, di voli, di acque, di luoghi magici e bambini che volano accarezzando sogni. 

Cinque racconti brevi, cinque situazioni diverse, cinque flashes sulla vita di un/a bambino/a che si confronta con il mondo degli adulti. Sogno, fantasia, realtà, tutto è ugualmente concreto e raccontato con linguaggio che sa di antico, senza preziosismi né sdolcinature, come un nonno che scrive per i nipotini attingendo alla sua esperienza.

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In un piccolo paese vicino al mare viveva una bambina; in quel tempo era più piccola di voi due; aveva quattro anni; anzi, come diceva lei, “quattro anni e un pò”; era simpatica e intelligente, quasi quanto voi due; cresceva bene, era alta come gli altri bambini della sua età.

Ma, come tutti sapevano, aveva un problema: fin da quando era nata pesava poco.